Ricordo ancora il giorno in cui ho ascoltato per la prima volta “Chloe Dancer/ Crown Of Thorns”. Stavo percorrendo la salita di casa mia con le fedeli cuffie, tenute salde dalla sciarpa che arrivava fino alle orecchie per ripararmi dal freddo. Non conoscevo ancora bene i Mother Love Bone. Sapevo del loro legame con i Pearl Jam, dei quali erano stati l’embrione. Ma non avevo ancora scoperto la profondità del mio legame con loro e, soprattutto, con Andy Wood.
Sì, perché è stato lui che ha scritto quella che a distanza di anni sarebbe diventata la canzone che sento mia più di qualsiasi altra, che parla di me.
E parla anche di lui. “Nato troppo sensibile, in un mondo senza emozioni”, in una condizione all’interno della quale professare un certo tipo di amore è come portare una corona di spine, è fare i conti con la solitudine. È lui “l’uomo dalle parole d’oro”, parole affidate poi alla musica, come espressione e traduzione dell’abisso interiore. Era nato con il sangue e il destino della rockstar. Non importava se ad un live erano presenti dieci persone, Andy si esibiva come di fronte ad uno stadio intero.
Ha vissuto l’amore, quello che ispira, che fa sentire vivi ma che si teme costantemente di perdere. Xana era una dimensione, la donna con cui non essere “Landrew”.
Era stimato, ammirato. Ha rappresentato il collante fra tutti i musicisti e le band nate in quel periodo. È stato l’origine della scena grunge di Seattle.
A Seattle, appunto, il 19 marzo 1990, come tutti i lunedì, i ragazzi con la camicia di flanella, appassionati di musica, si sintonizzavano su KSW, la radio rock della città. Quel giorno il programma non partì. Senza alcun sottofondo, la voce del conduttore disse: “Prima di cominciare, devo darvi una pessima notizia. Andrew Wood dei Mother Love Bone è morto questa mattina per le conseguenze di un’overdose di eroina. Aveva ventiquattro anni”.
Ti porto sempre nel cuore, nelle mie giornate, nei miei viaggi, nelle mie riflessioni… Perché chi imprime emozioni con il fuoco che sente dentro, non muore mai.
Buon Compleanno Andy ????

La fine della nostra innocenza non è stato il suicidio di Kurt Cobain, ma la morte di Andy su quel letto di ospedale
Chris Cornell